• 26 Aprile 2024 20:17

La parola ai (nuovi) docenti

Mercoledì 3 novembre 2021 le studentesse e gli studenti della classe III B hanno intervistato la professoressa Elisabetta Marongiu, Arte e Immagine, e il professor Alessandro Togni, Lettere, nuovi docenti della Scuola Media paritaria Federico Albert. Proviamo a conoscerli meglio, grazie alle risposte che ci hanno dato.

Professoressa, come si è appassionata alla materia che insegna e a quale età ha scoperto di essere portata per l’arte?

Fino a all’età di otto anni il disegno era più che altro un hobby. Dai dodici anni ho scoperto di esserne appassionata e, grazie all’aiuto della mia professoressa di arte delle scuole medie, anche di essere portata per queste discipline.

Qual è il movimento artistico che le piace di più e perché?

Sicuramente l’Impressionismo, perché i loro dipinti mi trasmettono forti emozioni e sensazioni.

Quali soggetti preferisce rappresentare?

Amo molto ritrarre i volti, quindi dedicarmi al ritratto, e le nature morte.

Ha praticato qualche sport in passato?

Ho praticato moltissimi e differenti sport, ma tra tutti lo sci da discesa. Purtroppo ho dovuto interrompere dopo 15 anni a causa di un brutto infortunio, a causa del quale mi sono rotta una clavicola.

Come ha affrontato il periodo del covid-19?

Per quanto riguarda il lato professionale, la didattica a distanza è stata impegnativa: insegnare tramite un computer non è stato facile. Nel mio quotidiano, invece, mi sono dedicata alle mie passioni: la pittura ad olio e la lettura.

Qual è il viaggio dei suoi sogni?

Ho già fatto molti viaggi. Sono stata in Cina a trovare un’amica, e porto nel cuore questo viaggio emozionante, che mi ha dato l’occasione di conoscere una cultura così diversa dalla nostra. Un altro viaggio che ricordo con gioia è quello fatto a New York, anche se ero piccola. Mi piacerebbe molto andare in Irlanda e a Israele.

a cura di
Stella Banche, Arianna Borello,
Eleonora Data, Chiara Lastella,
Aurora Roncon, Angela Song, Ginevra Valla

Professore, in quale Facoltà ha studiato?

Ho studiato Lettere Moderne a Torino e, in seguito, mi sono iscritto al corso di Laurea Magistrale in Letteratura, Filologia e Linguistica italiana.

Cosa l’ha spinta a diventare professore e da quanto insegna?

Insegno da un anno, ma prima della cattedra ho fatto delle supplenze. La motivazione che mi ha spinto a diventare professore è aiutare i ragazzi a imparare. Ho frequentato l’oratorio sin da bambino, poi sono diventato un animatore. Tutto questo tempo passato con ragazzi mi ha permesso di capirli, di aiutarli e di far loro capire cosa andava fatto e cosa no. Mi è sempre piaciuta la letteratura ed è proprio questo ciò che vorrei trasmettere ai ragazzi: comportarsi bene e leggere.

Qual era il suo sogno da bambino?

ll mio sogno da bambino era diventare un calciatore, ma con il tempo è andata diversamente. Ho deciso però di non lasciare completamente il calcio: per questo motivo, al momento sono l’allenatore dell’annata 2010 al Cafasse Calcio. Mi piace molto fare l’allenatore: spero che un giorno uno dei miei allievi riesca a realizzare il suo sogno diventando un calciatore della sua squadra del cuore.

Quale è stato il suo approccio con le nuove tecnologie?

Penso che le nuove tecnologie siano molto importanti nella vita, ma non bisogna esagerare. Uso i social, però mi controllo: ho impostato un “allarme” sul mio telefono, che mi avvisa quando sto usando i social da più di 10 minuti. Mi viene inviata una notifica che mi ricorda che ho già passato 10 minuti davanti allo schermo… In questo modo, riesco a rendermi conto del tempo di utilizzo. A scuola, durante le lezioni, utilizzo prevalentemente la LIM. All’inizio non sapevo ancora come funzionasse, ma è uno strumento intuitivo. Col tempo ho iniziato a scoprire molte funzioni nuove, ad esempio i widget  che uso per interrogare. Anziché usare i “bigliettini”, si usa un dado che estrae un numero.

Quale autore della letteratura l’appassiona maggiormente e perchè?

Gli autori che mi appassionano maggiormente sono Italo Calvino e José Saramago. Quando ne leggo i libri ho l’impressione che parlino di me e con me. Mi sono dedicato a Saramago durante il periodo della pandemia, nel quale ho letto un libro al giorno. Su tutti, il mio libro preferito è, però, Il Piccolo Principe, perché è un libro per bambini scritto anche per gli adulti.

Perché crede che insegnare la letteratura sia importante?

Perché le opere letterarie ci aiutano a scoprire il passato e ad immaginare il futuro. La letteratura è una “immortalità all’indietro”. Chi legge vive tante vite. Umberto Eco, infatti, ha scritto: Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.

a cura di
Nicholas Colangelo, Edoardo Cora,

Alessandro Garbero, Riccardo Meleddu,
Francesco Rossatto, Sam Tamaddon.

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